In Liguria 78 DAE sono stati consegnati a Comuni e stazioni del Soccorso Alpino, all’interno di un progetto regionale per il potenziamento del soccorso per le zone disagiate.
La cerimonia di consegna si è tenuta presso la sede della Regione Liguria.
I DAE (Defibrillatori Semiautomatici Esterni) sono stati consegnati a 28 Comuni e a 22 tra stazioni del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico e rifugi alpini liguri.
La consegna dei DAE è avvenuta nell’ambito del progetto regionale per l’ottimizzazione dell’assistenza sanitaria in emergenza/urgenza nelle zone a accessibilità limitata, sviluppato dal Dipartimento Regionale Emergenza Sanitaria Territoriale 112 della Regione Liguria per il potenziamento del soccorso nelle zone disagiate.
Il DAE è indispensabile per intervenire in caso di arresto cardiaco (AC). I DAE sono infatti in grado di individuare le anomalie cardiache, agendo tempestivamente sul soggetto colpito. L’utilizzo dei moderni DAE è semplice ed a prova di errore, il soccorritore avrà la possibilità di erogare la scarica solo ai soggetti che ne hanno necessità, non è possibile commettere errori erogando scariche laddove non richiesto.
«Agire con tempestività è indispensabile per salvare vite umane. L’arresto cardiaco – dichiara la vicepresidente e assessore alla Sanità di Regione Liguria Sonia Viale – costituisce oltre il 10% dei decessi che si verificano ogni anno in Italia, molti di più rispetto a quelli dovuti, ad esempio, agli incidenti stradali. Per la propria conformazione territoriale, le zone interne della Liguria sono difficilmente accessibili: dotare di un DAE i Comuni dell’entroterra e i principali punti di snodo dei percorsi escursionistici, da cui si possa raggiungere un punto di primo intervento in 1ora al massimo, consentirà un più rapido ed efficace soccorso a chi è colpito da arresto cardiaco improvviso. Obiettivo del progetto regionale è anche la diffusione del suo utilizzo, con l’implementazione del “first responder” attraverso la formazione dei cittadini sulle pratiche da seguire in relazione alle tecniche di primo soccorso e all’utilizzo dei DAE».
In Liguria, l’incidenza di arresti cardiaci è in linea con i dati della letteratura scientifica, ovvero di circa 1 ogni 1.000 abitanti. Questo significa che, ogni anno, nella Regione Liguria 1.500 persone muoiono per arresto cardiaco. Per salvare queste vite è necessario chiamare immediatamente il Numero Unico Emergenze 112.
Gli operatori delle Centrali Operative di Emergenza Sanitaria 118 della Liguria sono in grado di supportare telefonicamente nelle manovre RCP (rianimazione cardiopolmonare) e nell’impiego del DAE chi soccorre la persona colpita da arresto cardiaco. Ad oggi circa il 50% degli arresti sono rianimati già da chi chiama i soccorsi.
«Il potenziamento dell’assistenza di emergenza sanitaria nelle zone di difficile accesso in Liguria, con la distribuzione di DAE e la relativa formazione BLSD al personale – commenta Francesco Bermano, Direttore del Servizio di Emergenza territoriale – arricchisce il progetto di defibrillazione precoce sul territorio, che è universalmente riconosciuto strumento affidabile, sicuro ed efficace in caso di arresto cardiaco. Nel 2017, la Liguria, tra le prime in Italia, ha adottato il Numero Unico Emergenza 112, che ha reso più efficiente l’attivazione di tutti i sistemi di soccorso. Questo di oggi rappresenta un successivo e importante passo del progetto di defibrillazione precoce sul territorio ligure, che impegna da molti anni tutti i Servizi di Emergenza Territoriale 118 e che ha visto inizialmente il coinvolgimento attivo delle Associazioni di Volontariato Sanitario, della Polizia di Stato, dei Carabinieri, dei Vigili del Fuoco e della Guardia Costiera».
Le possibilità di salvare una vita di una persona colpita da arresto cardiaco facendo affidamento ai mezzi di soccorso del 112 è remota, poiché raramente riescono a raggiungere il soggetto entro 10 minuti.
10 minuti è il limite massimo per salvare una vita nel caso di arresto cardiaco, e le possibilità di riuscita calano del 10% ogni minuto che passa. In genere, oltre al 5° minuto dall’arresto, si riscontrano danni sempre più gravi, legati all’ipossia celebrale.
Per intervenire entro i primi 5 minuti è quindi fondamentale che siano presenti in modo capillare sul territorio i DAE, sempre ben segnalati.