L’episodio è avvenuto a San Giorgio a Cremano, Napoli.
Il tragico evento ha dato seguito a un duro confronto sul servizio di soccorso del 118.
Il presidente nazionale del SIS 118 (società Italiana Sistema 118) Mario Balzanelli, sollecita una urgente riforma legislativa del sistema 118.
In caso di un intervento con codice rosso, l’arrivo presso il paziente di un mezzo di Soccorso del 118 con a bordo personale sanitario in grado di fare diagnosi e terapia di emergenza potenzialmente salvavita deve essere immediato, indicati dal legislatore nei seguenti termini: 8 minuti dalla chiamata in Centrale Operativa, in area urbana, e 20 minuti dalla chiamata, in area extraurbana.
Il Sindaco di San Giorgio a Cremano, Giorgio Zinno, ha sottolineato che il ritardo dell’ambulanza che proveniva addirittura da Marigliano è inaccettabile.
I pensionamenti e gli spostamenti di personale degli ultimi mesi e anni, hanno ridotto drasticamente il personale del 118 che deve affrontare un territorio vastò con carenza di personale, ambulanze senza personale medico e pochi mezzi a disposizione.
In questa sede tuttavia non ci soffermeremo sui ritardi dei soccorsi, ma sul fatto che, in caso di arresto cardiaco, anche rispettare il termine in aree urbane degli 8 minuti, può essere già troppo tardi, mentre nelle aree extraurbane la situazione è decisamente più grave.
La possibilità di salvare una vita in caso di arresto cardiaco cala del 10% ogni minuto.
Si hanno solo 10 minuti per poter salvare una vita.
Tuttavia il tempo realmente utile per salvare la vita senza ripercussioni neurologiche date dalla mancanza di afflusso di sangue, e quindi di ossigeno, al cervello e altri organi e tessuti, è di soli 5 minuti.
Dal 6° minuto le possibilità di riscontrare danni permanenti aumenta rapidamente, fino a raggiungere uno stato comatoso vegetativo.
Molte casistiche hanno ribaltato questi numeri, perché i soccorritori hanno effettuato un massaggio cardiaco particolarmente efficace, riuscendo a ossigenare cervello, organi e tessuti per molti minuti.
Da questo consegue che:
- Sia necessario avere un defibrillatore dislocato capillarmente sul territorio, circa 1 ogni 100mt, nelle aree più frequentate e ben segnalato
- Seppur in caso di soccorso chiunque può essere guidato dalla Centrale Operativa del 118 nelle manovre di rianimazione e impiego del defibrillatore, una maggiore consapevolezza e preparazione può aumentare l’efficacia delle manovre, facendo differenza tra la vita e la morte.
Chiunque nella società, dovrebbe essere in grado di poter far fronte a questi eventi.
Il consiglio è di fare corsi BLSD e re-training periodici, perché è l’unico modo per rendere più automatico e naturale l’intervento, con tempi e metodo corretti.
Inoltre, le associazioni di volontariato di emergenza/urgenza sul territorio, saranno ben felici di organizzare serate di ripasso per i cittadini che hanno fatto corsi, re-training, ma che tuttavia sentono la necessità di essere maggiormente preparati. Contattate le associazioni della vostra comunità e verificate la loro disponibilità!